E’ efficace il licenziamento comunicato in violazione di una norma contrattuale?
E’ privo di effetto il licenziamento posto in essere in violazione di una norma contrattuale, ciò determina la prosecuzione del rapporto di lavoro e la permanenza dell’obbligo retributivo.

La Corte di Appello di Milano ha discusso un caso in cui un giornalista, in possesso dei requisiti per il conseguimento della pensione di vecchiaia, è stato licenziato senza giusta causa da un editore nazionale. La sentenza sottolineava la violazione dell'articolo 34 del contratto collettivo, che richiede una comunicazione preventiva al Comitato di Redazione prima dei licenziamenti per evitare abusi nel potere di licenziamento che potrebbero impattare sui dipendenti. L'errore riscontrato ha portato all'annullamento del licenziamento.
La Corte di Appello ha respinto l'argomento della società di compensare le somme erogate al lavoratore per l'indennità sostitutiva del preavviso. La società ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo varie ragioni legate alla mancata compensazione.
La Cassazione ha evidenziato che il contratto collettivo delinea le protezioni per i lavoratori e, nonostante l'opposizione della società, ha stabilito che l'articolo 34 è applicabile anche negli scenari di licenziamento libero. La normativa mira a garantire i diritti sindacali e la protezione individuale per i giornalisti, escludendo solo i licenziamenti per giusta causa. La Corte ha sottolineato l'importanza di mantenere una garanzia a difesa dei diritti del dipendente anche quando è in procinto di andare in pensione.
Nel secondo motivo del ricorso, la società ha contestato l'omissione delle somme dovute al lavoratore rispetto all'indennità sostitutiva del preavviso. La Cassazione ha accolto questa ragione correggendo l'interpretazione della Corte di Appello e dichiarando che i pagamenti dell'indennità sostitutiva del preavviso non sono più dovuti se il rapporto di lavoro non è efficacemente concluso poiché il licenziamento è inefficace. Pertanto, tali somme devono essere sottratte dalla compensazione.
La Cassazione ha inoltre spiegato che l'"aliunde perceptum" non è una vera eccezione. Se i fatti sono adeguatamente specifici e non contestati, il giudice può accettarli per determinare il danno subito dal lavoratore licenziato ingiustamente. Nella situazione esaminata, la società ha presentato informazioni precise sulla collaborazione del lavoratore con un concorrente, dimostrando redditività dall'altro impiego. Questo ha portato alla revisione della decisione della Corte di Appello, sottolineando l'importanza di presentare dettagli specifici per supportare le rivendicazioni legali.