Recesso dei rider
Per il recesso l’azienda deve attivare la procedura prevista in caso di licenziamenti collettivi

I cosiddetti ‘rider’, cioè quelle persone che effettuano consegne a domicilio, sono catalogabili come lavoratori dipendenti. Per questo, la società ‘Uber Eats’ - proprietaria di una piattaforma on line che consente ai cliente l’ordinazione di cibo che viene poi consegnato a casa - è stata ritenuta colpevole di avere tenuto una condotta antisindacale, consistita, nello specifico, nell’avere esercitato il recesso verso tutti i propri ‘rider’ senza avviare la procedura prevista dalla legge in caso di licenziamenti collettivi. Vittoria per i sindacati e per i lavoratori, che hanno visto la società obbligata a riassumere tutti i ‘rider’ licenziati, ‘rider’ che, secondo i giudici, prestavano la loro opera in maniera continuata e personale e perciò vanno considerati lavoratori subordinati a tutti gli effetti, avendo riscontrato, già su base documentale, la presenza di caratteristiche tipiche di debolezza contrattuale e dipendenza economica connotanti il lavoro subordinato. A fronte di tale quadro, l’impresa, in vista dell’uscita dal mercato italiano e della conseguente risoluzione dei rapporti di lavoro in essere, avrebbe dovuto applicare la procedura di consultazione in materia di licenziamenti collettivi. (Decreto del 28 settembre 2023 del Tribunale di Milano)