Privacy dei lavoratori: no all’uso del riconoscimento facciale per controllo presenze
Il Garante Privacy ha sanzionato alcune società che utilizzavano sistemi in grado di raccogliere dati biometrici dei lavoratori per verificare le presenze

Il riconoscimento facciale per controllare le presenze sul posto di lavoro viola la privacy dei dipendenti.
Così il Garante Privacy ha bocciato la pratica posta in essere da alcune società - impegnate a vario titolo presso lo stesso sito di smaltimento dei rifiuti - che trattavano illecitamente i dati biometrici del personale. Non esiste, infatti, al momento alcuna norma che consenta l’uso di dati biometrici per svolgere una tale attività. Le cinque società sono state sanzionate rispettivamente di 70mila, 20mila, 6mila, 5mila e 2mila euro, per aver trattato in modo illecito i dati biometrici di un numero elevato di lavoratori.
I controlli dell’Autorità sono scattati a seguito dei reclami di diversi dipendenti. Il Garante ha anche evidenziato i particolari rischi per i diritti dei lavoratori connessi all’uso dei sistemi di riconoscimento facciale, alla luce delle norme e delle garanzie previste sia nell’ordinamento nazionale che in quello europeo. È stato infatti accertato che tre aziende avevano condiviso per più di un anno lo stesso sistema di rilevazione biometrica, oltretutto senza aver adottato misure tecniche e di sicurezza adeguate. Inoltre il medesimo “sistema”, ritenuto illecito dall’Autorità, era utilizzato presso altre nove sedi dove operava un’altra delle società sanzionate. Le aziende, infine, non avevano fornito una informativa chiara e dettagliata ai lavoratori né avevano effettuato la valutazione d’impatto prevista dalla normativa privacy.