Nuove norme per il permesso unico di soggiorno e lavoro
Il Parlamento europeo ha approvato alcune norme per implementare i permessi combinati di lavoro e soggiorno per i cittadini provenienti da Paesi non membri dell’Unione Europea.

Con i lavori svolti è stato possibile aggiornare la direttiva sul permesso unico, adottata nel 2021, che ha creato una procedura amministrativa unica per il rilascio di un permesso ai cittadini provenienti da Paesi terzi che vogliono lavorare e vivere all’interno di un Paese dell’Unione Europea.
Le nuove norme sono state adottate con 465 voti favorevoli, 122 contrari e 27 astenuti.
Durante i recenti negoziati, i deputati hanno concordato un termine di 90 giorni per la decisione sulle domande di permesso unico rispetto ai precedenti quattro mesi. Le procedure riguardanti casi particolarmente complessi potrebbero avere un'estensione di 30 giorni, escludendo, però, il tempo per il rilascio di un visto, qualora necessario. Le nuove norme includono la possibilità per coloro che detengono già un permesso di soggiorno valido di richiedere un permesso unico anche sul territorio europeo, consentendo loro di cambiare lo status legale senza dover tornare nel loro paese d'origine.
Secondo le nuove disposizioni, i titolari di un permesso unico otterranno il diritto di cambiare datore di lavoro, settore e mansione con una semplice notifica da parte del nuovo datore di lavoro. Le autorità nazionali avranno 45 giorni per opporsi a tali cambiamenti lavorativi. Inoltre, sono state definite restrizioni sulle condizioni per le quali l'approvazione potrebbe essere soggetta a test del mercato del lavoro.
Gli Stati membri potranno richiedere un periodo iniziale fino a sei mesi durante il quale un cambiamento di datore di lavoro non sarà possibile, a meno che siano presenti gravi violazioni contrattuali come, ad esempio, lo sfruttamento. In caso di disoccupazione, i titolari hanno fino a tre mesi (o sei se sono titolari del permesso da più di due anni) per trovare un altro lavoro prima del ritiro del permesso.
Se un lavoratore ha subito condizioni lavorative di sfruttamento, gli Stati membri prorogheranno di tre mesi il periodo di disoccupazione durante il quale il permesso unico rimane valido. Se il titolare di un permesso unico è disoccupato per più di tre mesi, gli Stati membri potranno chiedere al titolare di dimostrare di disporre di risorse sufficienti per sostenersi senza ricorrere al sistema di assistenza sociale.
Le nuove norme dovranno ora passare all'approvazione formale del Consiglio. Gli Stati membri avranno due anni dall'entrata in vigore della direttiva per adeguare le rispettive legislazioni nazionali. Si precisa che questa legislazione non si applicherà a Danimarca e Irlanda.